Perché diventare vegani – ecco 14 buone ragioni per scegliere una vita cruelty-free

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Perché diventare vegani? Sono sempre di più le persone che scelgono di cambiare alimentazione e optare per uno stile di vita cruelty-free, ossia libero da qualsiasi tipo di crudeltà verso altri esseri viventi. Una crescente consapevolezza che ha spinto, secondo le ultime statistiche Eurispes, l’8% degli italiani a scegliere di diventare vegetariano o vegano (rispettivamente 7,1% e 1%). Ma cosa significa essere vegani? E quali sono i pro e i contro del diventare vegani?

In quest’articolo cercheremo di spiegarvi perché diventare vegani è oggi una scelta non solo possibile, ma preferibile e consigliabile, per noi stessi, per gli animali e per l’intero pianeta, perché mangiare vegano fa bene propro a tutti: ecco dunque 14 buoni motivi per diventare vegani.

Cosa mangia un vegano?

La prima domanda che ci si pone quando si parla di “vegani” è: ma cosa mangiano?

In molti casi lo stile di vita e di alimentazione occidentale hanno portato, negli ultimi decenni, a un consumo quotidiano ed eccessivo di alimenti di origine animale, carne, formaggi e uova in primis, e pensare di eliminare questi “capisaldi” della dieta di tutti i giorni appare ai più una decisione a dir poco folle. Questo è infatti uno dei primi ostacoli da superare quando ci si chiede come si diventa vegani.

Nulla di più sbagliato. Una dieta vegana, seppur priva di qualsiasi alimento di origine animale, è ricchissima di cibi vari e salutari. Cereali, legumi, frutta e verdura, soprattutto se mangiati secondo le loro stagionalità, consentono di coprire il fabbisogno consigliato di tutte le sostanze nutritive.

Perché diventare vegani significa anche imparare ad abbinare cibi e spezie appartenenti a tradizioni culinarie di altri continenti. Aromi e sapori sempre più diffusi anche qui da noi e che consentono di seguire una dieta sempre più ricca, così come sarà possibile sostituire alimenti come latte e formaggi con altri simili ma derivati da prodotti vegetali e di gran lunga più poveri di grassi saturi.

Prossimamente vi parleremo più nel dettaglio dei tantissimi cibi che compongono una dieta vegana, intanto vediamo perché diventare vegani.

Diventare vegani: quali benefici per la salute

perché diventare vegani 1) Ridotto apporto di grassi saturi: I grassi saturi e transidrogenati sono quelli più spesso responsabili delle patologie cardiache. Una dieta vegana è di gran lunga più povera di grassi saturi rispetto a una dieta onnivora, in quanto la maggior parte dei grassi saturi è contenuta nelle carni e nei latticini.

Diventare vegano comporta l’eliminazione di questi cibi e la sostituzione dei grassi saturi con grassi insaturi (olio di oliva, di semi di lino, noci, avocado) sono un passaggio fondamentale per ridurre il rischio di cardiopatie. Inutile dire, inoltre, che grazie al ridotto apporto di grassi saturi associato a uno stile di vita sano e non sedentario, diventare vegani fa dimagrire, o può comunque aiutare a perdere peso;

2) Elevati livelli di fibre: Frutta e verdure sono naturalmente ricche di fibre, preziosissime per il nostro intestino e in grado di ridurre il rischio di cancro al colon. Qualsiasi ricetta vegana presenta un contenuto in fibre ben più alto rispetto a un piatto a base di prodotti di origine animale e la loro assunzione nelle giuste dosi non può che apportare benefici a tutto il tratto gastrointestinale;

3) Elevata presenza di antiossidanti: Molti alimenti vegetali sono ricchissimi di antiossidanti, sostanze in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare impedendo i fenomeni di ossidazione e la formazione di radicali liberi. Bacche, spezie, frutta secca, sono solo alcune delle tipologie di cibi più ricche di antiossidanti, come vi spiegavamo in questo nostro precedente articolo: i migliori cibi antiossidanti;

4) Ridotto rischio cardiovascolare e di ipertensione: Il consumo di alimenti integrali e di frutta secca, quest’ultima ricca di grassi omega-3, normalizza la pressione sanguigna e riduce il rischio di infarto e ictus. Numerosi studi hanno ormai dimostrato la relazione tra assunzione di grassi omega-3 e benefici per cuore e arterie: queste sostanze sono, infatti, in grado di prevenire le malattie cardiovascolari, ostacolando la formazione di placca aterosclerotica e coaguli di sangue, abbassando il livello di trigliceridi e la pressione sanguigna;

5) Riduzione del rischio di cancro: Anche in questo caso, essendo carni e prodotti caseari responsabili accertati di diverse tipologie di tumore, l’eliminazione di tali prodotti dalla dieta riduce di conseguenza i rischi per tali patologie;

6) Riduzione del rischio di diabete di tipo 2: Uno studio pubblicato nei mesi scorsi su Plos Medicine, rivista della Harvard School of Public Health di Boston, ha confermato che una dieta a base vegetale, purché priva di bevande e alimenti zuccherati, è in grado di ridurre il rischio di diabete di tipo 2. La ricerca, durata 20 anni, ha in pratica dimostrato che fibre, antiossidanti, grassi acidi insaturi e micronutrienti contenuti nei cibi vegetali, svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione di questa malattia;

7) Ridotto impatto delle allergie: Le allergie più comuni si manifestano a causa dell’assunzione di prodotti di origine animale e la loro eliminazione consente di avere netti miglioramenti a carico dell’apparato respiratorio.

Perché diventare vegani fa bene all’ambiente

È ormai un dato di fatto che una dieta vegana abbia un minore impatto ambientale rispetto agli altri regimi alimentari. Vediamo perché:

8) Minor spreco di risorse: Tra le conseguenze della scelta vegana, vi è sicuramente il minor consumo di acqua, energia, pesticidi e farmaci, nonché di terra e, di conseguenza, minor deforestazione. Basti pensare che il settore della carne è oggi uno dei più inquinanti in assoluto e che il 20% della CO2 emessa in atmosfera proviene proprio dagli allevamenti. Che dire poi del consumo di acqua, bene sempre più prezioso e in pericolo? Per produrre 1 kg di carne, ne occorrono 3900 litri se si tratta di pollo, circa 6000 litri per la carne suina e anche 15000 litri per 1 kg di carne bovina, ben oltre il consumo medio previsto per la stessa quantità di un prodotto vegetale. Mangiamo vegano anche per salvaguardare l’ambiente!

9) Difesa dell’ecosistema marino: La Sea Shepherd Conservation Society è un’associazione senza scopo di lucro che si occupa della salvaguardia della fauna e degli ambienti marini. Sono proprio questi “pirati” buoni a darci le dimensioni del dramma che si sta consumando nei mari e negli oceani di tutto il globo. La pesca indiscriminata sta infatti distruggendo l’ecosistema marino, portando alla sparizione di numerose specie ittiche, e, qualora non avvenga un’inversione di rotta nel quadro attuale, appare plausibile la previsione secondo cui entro il 2048 le attività di pesca crolleranno a causa della perdita di biodiversità nell’ecosistema marino.

Senza contare che l’inquinamento prodotto dall’uomo e i rifiuti sversati in mare (compresi quelli provenienti dagli allevamenti intensivi) provocheranno verosimilmente cambiamenti climatici e acidificazione degli oceani. Circa l’80% dell’ossigeno che respiriamo proviene dagli oceani e, come afferma Paul Watson, Capitano di Sea Shepherd, “se gli oceani muoiono, moriremo anche noi“.

10) Più equa redistribuzione delle risorse: “Se tutti mangiassero vegano, non esisterebbe la fame nel mondo“: sembra un’esagerazione, eppure un’affermazione così forte si fonda su dati reali. Per dare un’immagine più concreta, si pensi che oggi la porzione di terra utilizzata per sfamare una persona che consuma carne, potrebbe produrre nello stesso tempo cibo per circa 20 persone vegane. Un ettaro di terreno destinato all’allevamento bovino, produrrà in un anno circa 66 kg di proteine, contro i 1868 kg che si otterrebbero destinando lo stesso spazio ad una coltivazione come quella della soia.

Per gli animali di allevamento, inoltre, si utilizza circa un terzo dei cereali prodotti in tutto il mondo. Appare evidente che se quella stessa quantità fosse destinata al consumo umano, quel quantitativo sfamerebbe un numero ben più alto di persone rispetto a quelle a cui è destinata la carne invece prodotta.

Cosa significa essere vegano per gli animali

Per gran parte dei vegani, la questione animalista è forse la prima molla che spinge verso questa scelta. Una motivazione che, forse, rispetto alle precedenti appare più evidente anche ai non-vegani, seppure non sempre si hanno le dimensioni reali della brutalità che si cela dietro l’allevamento degli animali. Vogliamo comunque osservare brevemente anche quest’ultimo aspetto e capire perché diventare vegani è importante anche per la tutela dei nostri amici animali.

11) Crudeltà sugli animali: Oggi è molto facile trovare su internet video che documentano più di qualsiasi parola ciò che accade negli allevamenti intensivi. Prima ancora dell’uccisione degli stessi animali, che già basterebbe ad aprire un dibattito sulla necessità di privare della vita un essere senziente, le crudeltà quotidiane perpetrate ad anime innocenti sono diventate qualcosa di intollerabile per chiunque abbia un minimo di umanità.

Negli allevamenti suini, per esempio, le scrofe gravide vengono collocate in gabbie di gestazione che impediscono qualsiasi tipo di movimento, se non quello di alzarsi e abbassarsi, su una pavimentazione di cemento o legno priva di paglia e lettiera, materiali che la mamma utilizzerebbe istintivamente per costruire un riparo per i suoi cuccioli.

I cuccioli, invece, dopo pochi giorni di vita vengono castrati senza anestesia per non pregiudicare il sapore delle carni; agli stessi viene poi amputata la coda, per evitare che in preda allo stress i maialini si mordano a vicenda, ed estirpati i denti, per evitare danneggiamenti ai capezzoli della scrofa.

Nell’industria avicola, invece, i pulcini maschi, che sono considerati improduttivi, vengono eliminati senza mezze misure e trovano la morte per asfissia, decapitazione, macinazione o schiacciamento. Senza contare le condizioni disumane a cui sono costretti i polli che vengono invece allevati per la successiva macellazione.

Non sono migliori, poi, le condizioni dei bovini. Tanto la produzione di carni bovine quanto quella di latte e formaggi, prevedono violenze nei confronti di questi pacifici animali. Basti pensare alle gravidanze forzate, alla sottrazione dei cuccioli dalle mamme a pochi giorni dalla nascita, per poterne utilizzare il latte, fino all’uccisione in tenera età degli stessi cuccioli destinati a diventare carne per il consumo umano.

Questi sono solo alcuni esempi, ma numerose organizzazioni animaliste hanno ormai documentato comportamenti crudeli e disumani in tutte le tipologie di allevamento, basta solo cercare in rete per realizzare le dimensioni di un tale scempio. Può un piatto giustificare tanta violenza?

12) Consentire agli animali di vivere secondo la loro aspettativa naturale: La produzione di carne (ma anche di latticini e uova) prevede che gli animali vengano macellati ben più presto rispetto a quella che dovrebbe essere la loro naturale aspettativa di vita: un maiale dovrebbe vivere 20 anni ma viene ucciso a 5 mesi di vita; i polli, che vivrebbero 20 anni, vengono macellati a 5-6 settimane; i pulcini maschi vengono eliminati entro un’ora dalla nascita; la mucca da latte potrebbe vivere 30 anni ma viene inviata al mattatoio intorno ai 5-7 anni; e così via. Probabilmente a ognuno di questi animali piacerebbe che la propria esistenza segua le leggi della natura.

Diventare vegani fa bene a se stessi e al proprio spirito

13) Per essere più empatici: Diventare vegani può essere un momento per aprirsi a una maggior empatia verso tutti gli altri esseri viventi. Uno studio del 2010 sostiene che a livello cerebrale “i soggetti vegetariani e vegani presentano una maggiore attivazione di aree del lobo frontale del cervello associate allo sviluppo e alla percezione di sentimenti empatici“. Al di là di questo, comunque, appare evidente che chi sceglie di non alimentarsi con la violenza sviluppi una maggiore sensibilità nei confronti di determinate tematiche.

14) Per aprirsi a nuovi aspetti e a nuove culture: La scelta vegana può aiutare anche ad aprire la propria mente a nuovi argomenti, a nuove situazioni e a nuove culture, per mettersi in gioco e uscire dagli schemi e dalle abitudini con cui si è cresciuti. Ciò è evidente quando si parla di cibo, poiché spesso ci si trova a sperimentare alimenti nuovi prima ignorati e ricette provenienti da altre aree del mondo, ma pian piano quest’apertura coinvolgerà anche tanti altri aspetti della propria vita, con tutti i benefici che ne conseguono. Provare per credere!

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