Crescione: proprietà e utilizzi in cucina di un’erba ricca di vitamina C

crescione lepidum sativum

Tra le piante preziose per la salute del nostro organismo non possiamo non nominare il crescione, termine sotto cui, in realtà, si riconducono due tipi di esemplari diversi. Senza confonderlo con il crescione romagnolo – più avanti spiegheremo perché questo manicaretto prelibato si chiama proprio così – le piante di cui vogliamo parlare in questo articolo sono il crescione inglese e il crescione d’acqua. Ecco tutti i dettagli sull’uno e sull’altro e tutte le proprietà salutari per il nostro corpo, sia a livello di benessere che di palato, visti i numerosi impieghi in cucina.

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Il crescione inglese o crescione dei giardini: caratteristiche

Cerchiamo, ora, di fare chiarezza tra le due tipologie di crescioni, iniziando a parlare del Lepidium sativum, ovvero, appunto, del “crescione inglese”, noto anche come “crescione dei giardini”. Il gusto di queste piantine perenni potrebbe essere paragonato a una spezia dal sapore leggermente piccante e acidulo e, proprio per questo motivo, molto utilizzata per dare un pizzico di sapore in più a semplici insalate o a zuppe di verdura. Nella tradizione culinaria inglese, ad esempio, i suoi germogli vengono spesso utilizzati per stupire le papille gustative di chi assaggia un panino farcito con uova sode e senape. Tornando in Italia, invece, la parola “crescione” ci fa approdare in Romagna, dove è proprio con questo nome che si va ad indicare uno dei piatti più consumati in riviera. I crescioni, presenti in ogni menù dei numerosi “piadinari” che affollano il litorale romagnolo, sono, in realtà, piadine chiuse “a calzone”, farcite con gli ingredienti più svariati. Perché, dunque, questo nome? Pare che in tempi antichi uno degli ingredienti più utilizzati per la farcitura di questo piatto fossero le erbe, in particolare il crescione, che cresceva rigoglioso ed era, dunque, molto economico e facile da trovare.

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I benefici del crescione inglese

Questa particolare pianta dagli steli lunghi e dalle piccole foglie ovali non è soltanto una sorta di spezia atta a dare carattere a gustosi manicaretti: il crescione dei giardini, infatti, possiede numerose proprietà benefiche per le quali è molto noto e utilizzato in fitoterapia. Ricchissimo di vitamine e sali minerali, la pianta è perfetta per chi vuole seguire una dieta detox: ad avvalorare questo aspetto, infatti, si aggiungono le proprietà diuretiche e depurative. I semi del crescione, poi, sono utilizzati sia nella cultura orientale che in quella occidentale in funzione di antistaminico, per curare problemi respiratori come l’asma e, sotto forma di impacchi, anche come rimedio contro i dolori muscolari.

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Il crescione d’acqua: che cos’è?

Veniamo, ora, alla seconda tipologia di questa pianta dalle numerose potenzialità benefiche: parleremo, quindi, del crescione d’acqua o, detto alla latina, del Nasturtium officinale. Il nome scientifico è piuttosto iconico e ci dice già molto sulle sue caratteristiche “fisiche”: analizzando l’etimologia della parola, pare proprio che “nasturtium” derivi dal termine “nasus”, “naso” e dalla radice del verbo “torcere”. Come conferma anche Plinio il Vecchio nei suoi scritti, in effetti, l’odore – o forse anche il sapore – del nasturzio sarebbe talmente acre da far torcere il naso. Quali sono le differenze rispetto al crescione inglese? Ad esempio l’habitat, diverso per questa piantina vista la sua naturale crescita soprattutto in zone dal terreno molto umide e fertili, come anche in zone acquitrinose, mentre il crescione dei giardini, come dice il nome, può essere seminato sia nei prati che in vaso.

I benefici del crescione d’acqua

Proprio come il “cugino” coltivato nei giardini, anche il crescione d’acqua è ricchissimo di sali minerali e, soprattutto, di vitamina C. Le funzioni depurative e disintossicanti sono le più note, ma forse non tutti sanno che il crescione viene utilizzato anche come cosmetico naturale: il succo ottenuto dai semi, infatti, ha proprietà cardiovascolari molto efficaci, un vero toccasana per riattivare la circolazione del cuoio capelluto e ridare, così, forza ed energia ai capelli.

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A cura di Elisabetta Falcioni

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