Che cosa significa avere la sideremia bassa? Il termine scientifico potrebbe risultare ostico, ma analizzandone la radice scopriamo che si tratta di una condizione piuttosto comune e molto conosciuta: carenza del ferro nel sangue. Quali sono i sintomi e come si può alleviare questo disturbo con metodi naturali?
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Indice
Che cos’è la sideremia?
Lo abbiamo appena spiegato: “sideremia”, come molti termini scientifici, deriva dall’antica lingua greca. Si tratta, in questo caso, di una parola composta da due parole: la prima, appunto, significa “ferro”, mentre la seconda, molto utilizzata in medicina, significa “sangue”. Traducendo, dunque, capiamo che stiamo parlando della concentrazione di questo metallo nel sangue, diciamo così, ovvero dei valori del ferro – alti o bassi – che ci indicano uno stato di salute a seconda che si tratti di sideremia bassa o di sideremia alta.
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Sideremia bassa: i sintomi
A meno che non siamo davvero molto scrupolosi e non ci sottoponiamo ad analisi del sangue molto di frequente, potrebbe essere più verosimile accorgersi di alcuni sintomi che possono indicare sideremia bassa, senza ancora aver fatto un prelievo. Da che cosa ci possiamo accorgere di avere valori del ferro bassi nel sangue? La prima manifestazione di questo malessere è sicuramente un senso di spossatezza e di stanchezza globale, accompagnata da poca voglia di fare, umore basso e astenia, come riflesso di una sensazione di poca energia vitale. Oltre a questo insolito e innaturale stato di sonnolenza, possono insorgere anche altri disturbi diffusi, come mal di testa, palpitazioni, affaticamento e difficoltà respiratorie. Infine, non sono insoliti pallore, svenimenti nei casi di bassissima concentrazione di ferro e dolori alle articolazioni, accompagnati da fragilità ossea, spesso molto visibile anche dalla salute delle unghie
Quali sono i motivi che possono causare carenza di ferro?
Metodi naturali e sideremia bassa: cosa possiamo fare per stare meglio?
Parlando di carenze di ferro causate da una alimentazione poco equilibrata, uno dei rimedi naturali che possiamo mettere in atto per non imbatterci in questo disturbo è, sicuramente, mangiare in modo sano e vario. Che cosa possiamo inserire nella nostra dieta? Il primo cibo a cui si pensa comunemente è di sicuro la carne rossa, soprattutto quella più ricca di ferro come la bistecca di cavallo, oppure interiora come il fegato, spesso però non gradito per il suo sapore, appunto, molto ferroso. Gli alimenti ricchissimi di questo elemento e di nutrienti utili a combattere gli stati di malessere di cui abbiamo parlato, però, sono numerosissimi, come per esempio i cereali o le verdure a foglia verde. La frutta secca? È un vero toccasana: via libera – se non siete intolleranti – a noci, mandorle e pistacchi, come anche alla frutta contenente la vitamina C, quindi agrumi, kiwi e fragole. Passando ai legumi, invece, mai dimenticarsi di inserire nella propria dieta fave, lenticchie, fagioli e ceci. Siete degli amanti delle erboristerie? Allora potete ricorrere a tisane o infusi di ortica, molto utili a stimolare la produzione di globuli rossi, così come all’estratto di acerola, acquistabile anche sul sito del nostro partner Anastore, che può amplificarne gli effetti.
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A cura di Elisabetta Falcioni
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