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Trifoglio Fibrino: una pianta acquatica ricca di sostanze utili

Il Trifoglio Fibrino (o Trifoglio d’acqua), scientificamente conosciuto come Menyanthes Trifoliata, è una pianta perenne tipica delle zone umide e dei pantani, che è possibile trovare in Europa, Asia e Nord America. Come altre piante, anche il trifoglio contiene diversi composti e principi attivi utili per la salute umana ed è per questo un prezioso alleato per la risoluzione di numerosi disturbi. Vediamo in questo articolo quali sono i principali usi del trifoglio fibrino in fitoterapia e come assumerlo.



Trifoglio Fibrino: quali usi in fitoterapia

Caratterizzato da fiori molto decorativi a cinque petali, bianchi all’interno e rosati all’esterno, con stami rossi, che fioriscono tra la primavera e l’estate – solitamente tra giugno e luglio – il trifoglio fibrino crea scenari molto suggestivi nelle aree paludose in cui cresce. In diverse zone, tuttavia, la pianta sta diventando sempre più rara a causa dei cambiamenti che stanno interessando il suo habitat naturale.

A rendere il trifoglio una pianta particolarmente utile in fitoterapia sono alcuni suoi composti, come i flavonoidi, i flavonglicosidi, i tannini, i glucosidi amari, la menyantina e la loganina, oltre che rutina, iperoside e oli volatili, che permettono di agire su diverse problematiche a carico dell’organismo con una certa efficacia.

Il Trifoglio Fibrino per la salute dell’apparato digerente

Tra gli utilizzi più comuni del trifoglio fibrino, vi è sicuramente quello relativo alla salute dell’apparato digerente. Questa pianta, infatti, permette di trattare numerosi disturbi digestivi comuni: le sue foglie assunte sotto forma di tè possono alleviare in particolare crampi, mal di stomaco e indigestione, stimolando la secrezione dei fluidi digestivi.

Agendo sull’apparato digerente, il trifoglio fibrino può migliorare anche l’appetito, una funzione questa particolarmente utile quando si è in fase di recupero da una malattia e non si ha fame.

Migliorare la salute del fegato con il Trifoglio Fibrino

Il trifoglio fibrino è inoltre di grande efficacia nei disturbi legati alla salute del fegato. Questa pianta è infatti un ottimo coadiuvante per tutti i casi di calcolosi e colecistiti, ma anche per alleviare le infiammazioni della cistifellea, i disturbi biliari e, come detto, le problematiche di natura digestiva. In pratica, la menyanthes trifoliata rappresenta una delle migliori soluzioni naturali per i disturbi legati all’apparato digerente e alle funzioni epatiche nel loro complesso, essendo in grado di stimolare la produzione e l’espulsione della bile.

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Proprietà antinfiammatorie del Trifoglio Fibrino

La ricerca medica ha approfondito nel corso degli anni gli effetti del trifoglio fibrino sull’organismo, mettendo in evidenza le sue proprietà antinfiammatorie. Proprio per questo motivo, in fitoterapia la pianta è stata associata alla cura dei dolori articolari legati, per esempio, ad artrite e reumatismi, ma anche per affrontare alcune condizioni infiammatorie della pelle, come l’acne, l’eczema, la psoriasi e altre infiammazioni generiche.

In particolare, queste ultime applicazioni sembrano essere efficaci anche in virtù della presenza di alcuni composti antibatterici nel trifoglio, che potenziano l’effetto finale del suo uso.

Il Trifoglio per aumentare l’energia e supportare i reni

Il trifoglio fibrino è stato usato nel corso degli anni anche per aumentare i livelli di energia per le persone affette da condizioni di stanchezza generale e astenia, oltre che per migliorare la forza muscolare. Inoltre, alcuni studi stanno concentrando l’attenzione anche sugli effetti del trifoglio fibrino sulla salute dei reni. In particolare, in una ricerca del 1995, si è rilevato un effetto positivo sul recupero delle condizioni a seguito di un’ischemia renale. Tuttavia, tali risultati sono per ora legati alla ricerca sui ratti e dunque ancora da dimostrare per quanto riguarda la salute umana.

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Effetti collaterali del Trifoglio Fibrino

Ovviamente anche per l’assunzione del trifoglio fibrino, così come per altri rimedi erboristici, è importante prendere in considerazione eventuali effetti collaterali e controindicazioni ed è pertanto consigliabile rivolgersi al proprio medico di fiducia o a un esperto naturopata prima di effettuare cure fai da te.

In linea di massima, il trifoglio può essere considerato abbastanza sicuro ma non mancano casi di effetti collaterali legati, per esempio, alle irritazioni dello stomaco e a episodi di nausea, diarrea e vomito. Si consiglia inoltre di evitare l’uso nelle donne in gravidanza o in fase di allattamento, in quanto mancano studi certi sugli eventuali effetti della pianta in tali situazioni.

L’assunzione di trifoglio fibrino è inoltre da evitare nelle persone con problemi di coagulazione del sangue, in quanto questa potrebbe rallentare tale processo e aggravare le condizioni del paziente.




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Mario: