10 erbe per la memoria: la fitoterapia per migliorare le funzioni cognitive

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Le erbe, come sappiamo, sono veri e propri farmaci naturali che possono essere utilizzati per il trattamento di malattie e disturbi di ogni tipo. In quest’articolo approfondiremo proprietà, usi ed effetti collaterali delle erbe per la memoria, ossia tutte quelle erbe in grado di aiutarci a rallentare il declino cognitivo ed evitare la perdita di memoria.

Erbe per la memoria nelle medicine tradizionali

Le medicine tradizionali di varie culture, soprattutto cinesi e indiane, hanno sempre fatto ricorso alle erbe per aiutare e stimolare le attività cerebrali, impedendo così che si potesse perdere la memoria con l’avanzare dell’età o in particolari fasi della vita. La demenza, per esempio, è un disturbo molto diffuso tra gli anziani ed esistono vari rimedi tradizionali per impedirne la comparsa o per limitare il suo avanzamento.

La stessa medicina ufficiale è ormai d’accordo nel riconoscere ad alcuni tipi di erbe proprietà di questo tipo e, con l’estrazione dei principi attivi in esse contenuti, i ricercatori sono ormai riusciti a capirne in gran parte il funzionamento e le dosi ritenute opportune.

Va anche detto che le erbe sono generalmente sicure e ben tollerate dall’organismo umano, tuttavia possono contenere fitochimici che modificano i processi biochimici nel corpo. Per questo motivo, in dosi elevate esse possono essere tossiche, causare effetti collaterali e interagire con altri farmaci.

Cerchiamo dunque di comprendere i benefici terapeutici delle 10 erbe nootropiche più efficaci per il miglioramento della memoria.

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Ginseng

Il termine Ginseng si riferisce alle diverse piante del genere Panax. Anche se ci sono diverse specie di ginseng, alcune come Panax ginseng (ginseng asiatico) e Panax quinquefolius (ginseng americano) sono aiuti di memoria più efficaci di “falsi ginseng” come il ginseng siberiano. Vediamo perché viene considerata una delle migliori erbe per la memoria.

Quelle della famiglia del Ginseng sono piante cosiddette adattogene e ciò significa che sono utili per alleviare lo stress.
Ginseng BIO
I veri ginseng contengono un gruppo di composti noti come ginsenosidi, i fitochimici responsabili degli effetti nootropi del ginseng.

I ginsenosidi sono noti anche come panaxosidi, ossia saponine che appartengono a 2 classi ampie: Rb1 e Rg1. I ginsenosidi Rg1 sono i panaxosidi più abbondanti nel ginseng. Essi sono noti per migliorare la memoria spaziale attraverso l’attivazione dell’attività neuronale nell’ippocampo.

I ginsenosidi Rb1 sono utili anche per migliorare la memoria. Si è dimostrato che essi sono in grado di invertire l’amnesia da scopolamina negli animali, aumentando il rilascio di acetilcolina e stimolando l’attività colinergica nell’ippocampo e nella corteccia, i due sedili popolari della memoria nel cervello.

Ginkgo Biloba

Ginkgo è il nome dato al estratto di erbe ottenuto dalle foglie di una delle più antiche specie di alberi vivi, il Ginkgo Biloba. Sono stati riconosciuti al Ginkgo Biloba benefici di varia natura.

I fitochimici attivi nel ​​ginkgo sono conosciuti come ginkgolidi e bilobalidi. Essi sono responsabili delle proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti del Ginkgo così come della sua capacità di prevenire la formazione di coaguli di sangue e migliorare la circolazione sanguigna.

Anche se esistono studi contrastanti, si ritiene che il ginkgo può essere efficace per migliorare la memoria.

Il Ginkgo Biloba è noto per prevenire la formazione di proteine ​​amiloidi beta (note per essere una delle cause della malattia di Alzheimer) e si ritiene, pertanto, che esso possa essere particolarmente utile per prevenire il declino cognitivo negli anziani. Si è riscontrato che una dose giornaliera di 240 mg di estratto standardizzato di Ginkgo sia efficace per migliorare la memoria e l’apprendimento in pazienti affetti da demenza.

Bisogna dire, tuttavia, che se il Ginkgo Biloba presenta fitochimici attivi utili per contribuire a migliorare la memoria, per una maggiore efficacia sembra che sia necessaria una integrazione a lungo termine.

Inoltre, l’integrazione deve iniziare ben prima della comparsa dei primi segni di malattie neurodegenerative come la demenza e l’Alzheimer.

Attenzione solo in alcuni casi particolari: poiché fluidifica il sangue, l’assunzione di Ginkgo Biloba è sconsigliata ai soggetti con problemi di coagulazione del sangue, sotto trattamento con farmaci anticoagulanti, con disturbi convulsivi o ipersensibili a uno o più dei suoi componenti. Si sconsiglia, inoltre, l’utilizzo in gravidanza e durante l’allattamento, nonché in caso ci si debba sottoporre a interventi chirurgici, in quanto potrebbe portare a casi di emorragia.

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Centella

La Centella asiatica è una pianta molto comune nelle medicine tradizionali indiana, cinese e africana.

Si tratta di un adattogeno con proprietà antimicrobiche, anti-infiammatorie, ansiolitiche e diuretiche. Inoltre la Centella Asiatica stimola la circolazione del sangue ed è comunemente considerata come un tonico del cervello.

Studi preliminari mostrano anche che la Centella ha effetti nootropici. Essa è nota, infatti, per la capacità di rallentare i segni dell’invecchiamento e migliorare la concentrazione e l’attenzione. L’erba è stata utilizzata con successo anche per il trattamento di patologie neurodegenerative e per migliorare la memoria.

In uno studio thailandese svolto nel 2008, un estratto di Centella asiatica è risultato in grado di migliorare l’umore e la memoria in un gruppo di 28 pazienti anziani.

Tè Verde

Il tè verde è preparato dalle foglie della Camellia sinensis ed è ricco di polifenoli antiossidanti, flavonoidi ma anche carotenoidi, tocoferolo, vitamina C, selenio, zinco, cromo e manganese.

Al consumo regolare di tè verde sono stati riconosciuti numerosi benefici tra cui il miglioramento della funzione immunitaria, riduzione dei rischi di malattie cardiache e di alcuni tipi di cancro, abbassamento del colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”) e dei livelli di colesterolo totale.


Tè verde
È anche efficace nel trattamento di artrite reumatoide, carie, obesità e perdita ossea.

I polifenoli sono particolarmente importanti e, di questi, le catechine sono quelli che producono i migliori benefici sulla memoria. Le catechine più abbondanti nel tè verde sono note come epigallocatechina gallato o EGCG.

L’EGCG è il responsabile fitochimico della maggior parte degli effetti positivi del tè verde sulla memoria in quanto, come antiossidante, essa protegge i neuroni e altre cellule cerebrali dal danno ossidativo. Essa, inoltre, stimola la neurogenesi, aumentando quindi la produzione di nuove cellule cerebrali.

La neurogenesi può facilmente portare ad un aumento della capacità del cervello e a migliorate funzioni cognitive. Quando si verifica neurogenesi nell’ippocampo (come confermato da diversi studi), si può avere un significativo miglioramento nella memoria e nell’apprendimento.

Infine, l’estratto di polifenoli del tè verde è un potente inibitore dell’acetilcolinesterasi, ossia l’enzina responsabile dell’abbattimento del  neurotrasmettitore acetilcolina. Inibendo questo enzima, il tè verde aumenta l’attività di acetilcolina nel cervello, il che consente una stabilizzazione e un consolidamento della memoria.

Il Tè Verde, grazie alle sue numerose proprietà, rientra anche tra i cosiddetti anoressizzanti naturali, prodotti di supporto per la perdita di peso.

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Bacopa

La Bacopa monnieri, nota anche come Brahmi, è particolarmente conosciuta nella medicina tradizionale ayurvedica.

Si tratta di un’erba con molteplici effetti medicinali, utilizzata in medicina tradizionale per curare malattie diverse come ulcera, lebbra, tumore, anemia e asma.

La Bacopa contiene antiossidanti naturali e migliora anche le attività di alcuni enzimi antiossidanti prodotti naturalmente nel corpo. Inoltre, migliora il funzionamento del sistema immunitario, contribuendo alla produzione di anticorpi e di immunoglobuline.

L’efficacia della bacopa sulla memoria è stata oggetto di vari studi. Ad esempio, si è dimostrato che la sua protezione antiossidante si estende anche all’ippocampo. A livello cerebrale, la bacopa non solo assorbe specie reattive dell’ossigeno (radicali liberi), ma spezza anche le proteine ​​beta amiloidi che causano la malattia di Alzheimer.

L’effetto antiossidante della Bacopa è stato ritenuto paragonabile a quello della vitamina E.

Anche se la bacopa migliora le funzioni cognitive, tra cui la memoria nelle persone con malattie neurodegenerative, non ha però lo stesso effetto sui soggetti sani, questo perché le proprietà antiossidanti della bacopa sono utili solo se la perdita di memoria è causata da danni ai nervi e alle cellule cerebrali.

>> Leggi anche: Bacopa monnieri, 7 benefici di un potente rimedio ayurvedico

Ashwagandha

L’Ashwagandha o Withania somnifera è anche conosciuta come ginseng indiano, anche se appartiene alla famiglia della belladonna.

Nella medicina ayurvedica, questa erba è considerata un tonico rigenerante o un rasayana. Come tonico, è usato ance per ridurre lo stress, curare l’ansia e migliorare la cognizione.

L’Ashwagandha viene anche usata per trattare i tumori in medicina tradizionale, un uso che è ora supportato da studi clinici.

L’estratto di radice di questa erba ha mostrato risultati promettenti anche in relazione a un suo possibile uso contro l’Alzheimer. Essa è stata infatti in grado di ridurre il carico di placca nei topi, abbattendo le proteine ​​beta-amiloidi che formano le placche nel cervello.

Altri vantaggi di questo estratto di radice comprendono il miglioramento della memoria sia nei topi normali che in quelli in cui è stata indotta la demenza. Si ritiene che l’erba sia stata in grado di promuovere la neurogenesi per raggiungere questo risultato.

>> Leggi anche: Come curare l’ansia in modo naturale con la fitoterapia

Rhodiola

La Rhodiola (Rhodiola rosea), conosciuta anche come la verga di Aronne o la corona del Re, cresce nelle regioni fredde del mondo e la sua radice è stata usata nella medicina popolare dagli abitanti di queste regioni.

La Rhodiola è un adattogeno, è nota anche per contribuire a migliorare l’umore e alleviare la depressione. Questo effetto sull’umore è dovuto alla capacità della Rhodiola di aumentare i livelli di dopamina e di serotonina nel cervello. Anche se non è uno stimolante, la Rhodiola influenza peptidi oppioidi come le endorfine.

Tra i fitochimici più attivi che si trovano nella Rhodiola vi sono polifenoli antiossidanti, come quercetina e proantocianidine.

Oltre a tale copertura antiossidante, la Rhodiola può fornire anche i vantaggi più specifici per migliorare la memoria perché aumenta anche i livelli di acetilcolina nel cervello.

Gli studi sulla relazione tra Rhodiola e memoria sono pochi, ma quei pochi sono per lo più positivi. Alcuni ricercatori hanno confermato che gli estratti di Rhodiola possono migliorare la memoria e le funzioni cognitive in particolare nelle persone affette da demenza e altre perdite di memoria legate all’età.

Huperzia

L’Huperzia Serrata è anche conosciuta come muschio cinese. Il principale fitochimico di questa erba è l’Uperzina A.

L’Uperzina A è un inibitore dell’acetilcolinesterasi, pertanto aumenta l’attività colinergica, un effetto necessario per migliorare la memoria.

Altrettanto importante, l’Uperzina spezza anche le proteine ​​beta-amiloidi e questo impedisce qualsiasi danno ai nervi causato dalla formazione di placca beta-amiloide.

In terzo luogo, l’Uperzina A è un antagonista del recettore NMDA. In questo ruolo, protegge il cervello dai danni ai nervi causati dal glutammato, stimolando al contempo il rilascio del fattore di crescita nervosa.

A causa dei suoi benefici molteplici, l’Uperzina A è già un farmaco candidato per il trattamento del morbo di Alzheimer, trovandosi già nella seconda fase di sviluppo clinico e la sua sicurezza ed efficacia sono stati confermati da diversi studi.

Test su umani dimostrano che l’Uperzina A migliora le funzioni cognitive, tra cui la memoria, e protegge contro la neurodegenerazione, senza causare effetti collaterali gravi.

Salvia

La Salvia (Salvia officinalis) è tradizionalmente utilizzata in Europa per migliorare la memoria. È comunemente coltivata per il suo olio essenziale, che contiene principi attivi come cineolo e tujone.

Le foglie di salvia, invece, contengono flavoni, glucosidi flavonoidi, niacina, acido tannico, acido oleico, acido fumarico e altri composti correlati.

Anche se è consigliata per una lunga lista di disturbi nella medicina tradizionale, le indicazioni per le quali sono state riscontrate prove scientifiche comprendono le proprietà antibiotiche, antimicotiche, antispasmodiche, astringenti, ipoglicemiche e toniche.

Tuttavia, la salvia si distingue anche come erba efficace nella gestione di una lieve o moderata malattia di Alzheimer.

I principi attivi contenuti nella foglia mostrano proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie, che sono benefiche per i neuroni e le altre cellule cerebrali.

Inoltre, questi composti medicinali aumentano i livelli di acetilcolina nel cervello, riducendo i beta amiloidi che formano la placca. Altri studi concordano sul fatto che gli estratti di foglie di salvia o il suo olio essenziale possono migliorare la memoria e l’umore.

Rosmarino

Il Rosmarino (Rosmarinus officinalis) è una spezia molto popolare in cucina, ma è anche un agente medicinale ampiamente utilizzato.

Il rosmarino è usato nella medicina tradizionale per trattare la perdita di capelli, dolori muscolari e articolari, nonché per migliorare la memoria.

Uno studio del 2003 pubblicato sul Journal of Neuroscience ha concluso che il rosmarino può migliorare anche la qualità complessiva della memoria, nonché i fattori di memoria secondari.

Anche se il rosmarino contiene un certo numero di antiossidanti come l’acido rosmarinico e l’acido carnosico, i suoi benefici per la memoria includono anche l’aumento del livello di acetilcolina.

L’olio di rosmarino è forse il primo caso di aromaterapia come potenziatore della memoria, come approfondito all’interno di una ricerca medica. In uno studio pubblicato sulla rivista Therapeutic Advances in Psychopharmacology, un gruppo di ricercatori ha esposto 20 volontari a diversi livelli di aroma olio di rosmarino.

Questi ricercatori hanno scoperto che la sostanza chimica più attiva in un olio di rosmarino, 1, 8-cineolo, è stato trovato nei campioni di sangue dei volontari e che il livello riscontrato di questo composto corrisponde all’aumento delle funzioni cognitive.

In questo studio, l’olio di rosmarino è risultato utile per migliorare l’accuratezza della memoria, la velocità di elaborazione delle informazioni e anche l’umore. I ricercatori ritengono che il sorprendente risultato ottenuto con l’aroma dell’olio di rosmarino possa aprire una nuova prospettiva di ricerca sull’utilizzo delle proprietà aromatiche dell’olio essenziale come farmaco terapeutico.

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